Kings League in Italia, cos’è e come funziona la competizione che ha connesso il mondo intero

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All’estero come in Italia, la Kings League è il format del momento. Dietro questo torneo di calcio a 7, anche se si tratta di una definizione alquanto riduttiva, c’è un’idea dell’ex difensore Gerard Piqué in sinergia con Ibai Llanos, il più famoso streamer spagnolo. Il progetto nasce nel 2022 con l’intento di trovare un punto d’incontro tra il calcio tradizionale e l’universo digitale: un formato fresco e accattivante che abbini sport, intrattenimento e tecnologia, rivolto principalmente ai giovanissimi. Per raggiungere questo scopo si è deciso di chiamare in causa personalità di spicco provenienti dal mondo sportivo, del web e degli e-sports. Nel giro di pochi mesi, il campionato ha guadagnato un enorme seguito sulle principali piattaforme di streaming: tutto merito delle sue caratteristiche innovative, dall’unicità delle regole di gioco alla comparsa di celebrità di vario genere, determinanti nell’avvicinare una vasta platea a livello internazionale. 

Appuntamento dunque su Twitch e YouTube per godersi lo spettacolo in forma del tutto gratuita: in alcuni Paesi, tuttavia, l’accesso a tali piattaforme potrebbe ancora essere limitato o bloccato. È in questi casi che si rende necessario il supporto di una VPN, che permette agli utenti di aggirare ogni restrizione geografica, tenendo i propri dati personali al sicuro da potenziali attacchi hacker, per una navigazione più serena. Questa tecnologia è un’opzione valida anche per garantire una connessione più stabile e veloce e guardare le partite senza interruzioni. 

Ma torniamo in Italia per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla Kings League, tra regolamento, aspettative e volume d’affari.

Un tormentone in Italia e all’estero: le regole principali della Kings League

La struttura della competizione è quella di un torneo di calcio a 7, con appunto sette giocatori per squadra, portieri compresi. Le partite sono però di breve durata, solitamente con due tempi da 20 minuti ciascuno: così si mantiene alta l’attenzione dello spettatore durante tutto il match. A movimentare ulteriormente la situazione ci sono regole particolari che variano di edizione in edizione, messe a punto per favorire lo spettacolo e al tempo stesso catturare l’interesse del pubblico. Andiamo dunque a ripassare i principi più intriganti: 

  • Facoltà di effettuare cambi illimitati 
  • Obbligo, per chi riceve un cartellino giallo, di rimanere fermo per 2 minuti. In caso di cartellino rosso, invece, bisogna abbandonare il campo per 5 minuti, lasciando i compagni in inferiorità numerica. Trascorsi i 300 secondi si può procedere con la sostituzione del giocatore espulso 
  • Non esistono pareggi: in caso di parità si va ai calci di rigore 
  • I rigori vengono calciati in formula “shootout”: anziché dal dischetto si batte da centrocampo, con l’attaccante che corre verso la porta e il portiere che può muoversi liberamente 

Per dare un ulteriore tocco di strategia e imprevedibilità, tra gli assi nella manica di ciascuna squadra c’è la possibilità di attingere ad un mazzo di carte segrete. Prima dell’inizio di ogni giornata ogni team sceglie casualmente una carta, da impiegare in qualsiasi momento del match per accaparrarsi un bonus speciale. Ecco i principali benefit disponibili: 

  • Usufruire di un calcio di rigore (sempre in forma “shootout”) 
  • Conferire valore doppio ai gol per un tempo prestabilito 
  • Scegliere un avversario da tenere fermo per 2 minuti  
  • Giocare momentaneamente 2 vs 2 

Le squadre, come accennato, sono composte da vecchie glorie del calcio mondiale, calciatori semi-professionisti e amatori, che si mescolano ad influencer, streamer e altre figure di spicco del mondo digitale e sportivo. Ogni gruppo può vantare una sorta di associazione ad un personaggio noto, che funge da proprietario o presidente: gli ex calciatori, infatti, possono dare il loro contributo non solo sul rettangolo di gioco, ma anche nelle vesti di allenatori o dirigenti. È il caso di nomi altisonanti come Iker Casillas, David Villa o “Kun” Aguero. 

È interessante osservare che, proprio a tutela della partecipazione dei fan, l’ultima parola su diverse regole e decisioni della Kings League viene affidata al plebiscito dei social media, con un coinvolgimento attivo degli spettatori nella composizione del campionato. Le trasmissioni in diretta promuovono uno scambio con i follower in tempo reale: è sempre possibile commentare e interagire durante i match. Il progetto, in definitiva, mira ad espandersi a livello globale portando una nuova forma di intrattenimento sportivo, resa accessibile a un vasto pubblico senza costi di abbonamento: l’obiettivo è coniugare il fascino del calcio con l’attrattività e l’interattività del mondo degli e-sports e dello streaming. 

I numeri e i volti della Kings League in Italia e non solo

Col suo mix tra sport tradizionale e freschezza, la Kings League ha rapidamente scalato le gerarchie del web internazionale, stabilendo una fanbase anche in Italia. Basti pensare che a seguire la finale della competizione spagnola, disputata al Camp Nou di Barcellona, c’erano oltre due milioni di persone collegate sulle varie piattaforme. Altri 90mila, invece, facevano il tifo sugli spalti: troppo forte il richiamo delle tante stelle in campo. 

Negli ultimi mesi, poi, la competizione si è arricchita di consensi al punto tale da dare alla luce un vero e proprio “mondiale”, riunendo così influencer ed ex campioni da tutto il globo. Da lì è nata la Kings World Cup 2024, tenutasi in Messico con un premio da un milione di euro in palio: tra i presenti c’erano autorità del calibro di Neymar, Francesco Totti, Rio Ferdinand, Eden Hazard, Mario Gotze, Andriy Shevchenko e Zlatan Ibrahimovic in qualità di “King of Kings”, ossia la figura di riferimento e la carica più alta. 

La prima edizione ha visto anche il debutto della rappresentativa italiana degli Stallions FC, gestita dal noto streamer Blur, all’anagrafe Gianmarco Tocco. Spinti da protagonisti assoluti come il già citato Totti, capitano della squadra, e Radja Nainggolan, gli Stallions hanno giocato un ruolo significativo nel torneo. L’adesione dell’ex numero 10 romanista, in particolare, è stata accolta con grande entusiasmo: il video promo dell’annuncio ha raggiunto oltre 3,3 milioni di visualizzazioni su Instagram e quasi un milione su X. 

In seguito all’esordio degli Stallions alla Kings World Cup 2024, una comunicazione in formato video ha fatto tremare d’eccitazione tutti gli appassionati italiani: dopo la Kings League Spagna e Sudamerica ci sarà presto anche una Kings League Italia. Nei prossimi mesi, presumibilmente entro la fine dell’anno, verranno definite le squadre e il calendario. Per entrare a far parte del campionato è possibile candidarsi nel draft, nella speranza di essere selezionati e figurare in uno dei team che scenderanno in campo. Sulle personalità presenti, ovviamente, c’è ancora un certo riserbo, ma l’adesione di Ibrahimovic appare scontata e il video promo ha scatenato un vero e proprio totonomi: tra i papabili, oltre al “solito” Blur, En3rix, Damiano er Faina, ZW Jackson, Enock Barwuah (fratello del calciatore Mario Balotelli), Dexter, KFrenezy sono soltanto alcuni tra i più chiacchierati. 

La Kings League in Italia: impatto e volume d’affari

È risaputo come l’Italia sia un Paese con una profonda passione per il calcio, un potenziale terreno fertile per la Kings League. In tal senso, la presenza di Blur non solo come giocatore, ma anche come proprietario e promotore degli Stallions, ha attirato molta attenzione sul format. Il noto streamer ha avuto insomma un ruolo cruciale, utilizzando le proprie piattaforme per dare enfasi al torneo e contribuendo a incrementare le visualizzazioni delle partite: il coinvolgimento di Totti e Nainggolan, poi, ha fatto il resto. Non è un caso che il profilo Instagram della Kings League Italia, nato ad aprile, abbia ottenuto quasi 120mila follower in pochi mesi, con un tasso di interazione del pubblico (engagement rate) del 21,92%. Un numero senz’altro destinato ad aumentare con l’avvicinarsi dell’inizio dei giochi.

In attesa di approdare effettivamente nel Belpaese, la Kings League può godersi il record di spettatori su Twitch Italia, dopo aver polverizzato quello stabilito qualche anno fa da ZanoXVII. Allora, a collegarsi in diretta erano stati oltre 150mila utenti. Durante l’esordio degli Stallions contro la squadra colombiana dei Medallo City, presieduta dal cantante Maluma, Blur ha saputo fare di meglio raggiungendo ben 207mila spettatori contemporaneamente e rendendo di conseguenza il suo canale il più seguito nel mondo della Kings League. Nel mese di giugno, il suddetto canale può vantare una media di spettatori che sfiora i 45mila per ogni diretta.

Entrato quasi in punta di piedi nella World Cup, il nostro Paese rischia di rivelarsi un mercato potenzialmente molto promettente per la Kings League. A dimostrarlo, oltre agli insight di Blur, c’è il fatto che l’Italia sia stata selezionata come terza, dopo Spagna e America, ad ospitare la manifestazione, un chiaro indice dell’appeal del palcoscenico nostrano. I numeri legati al format parlano chiaro: la Kings League può contare su più di 13 milioni di follower sulle piattaforme digitali, oltre 80 milioni di ore di contenuti guardati e circa 82 milioni di views su TikTok, dove è anche il torneo di calcio più visto a livello globale, molto più di Liga o Premier League.

Quanto costa sponsorizzare la Kings League? Le cifre in Italia e nel mondo

Com’era prevedibile, il grande risalto mediatico ha attirato l’attenzione di numerosi brand che hanno deciso di investire sullo show: Spotify, McDonald’s e Xiaomi, per citarne alcuni, hanno già messo sul piatto contratti da centinaia di migliaia di euro. Oggi, apporre il proprio logo su una maglietta della Kings League costa ad un’azienda dai 20mila euro in su, con picchi che sfiorano il milione di euro. Le cifre precise sono momentaneamente ignote, ma per farci un’idea possiamo attingere al giro d’affari della GOA7 League, alternativa nostrana con un certo seguito in Italia.

Secondo un’analisi interna sui pacchetti proposti stima un budget da 250mila euro per lo sponsor maglia ufficiale, ossia per far comparire il logo del brand sulla divisa. Per la creazione di aree brandizzate per interviste e talk, invece, è stanziato un budget da 100mila euro. Appositi pacchetti per inserire il proprio marchio nella singola live di campionato valgono 25mila euro, con l’ulteriore possibilità di usufruire di un pacchetto da tre giornate al costo di 63mila euro. Questi numeri, chiaramente, si riferiscono ad una competizione diversa e la sensazione è che si tratti di stime al ribasso, considerando la potenziale portata della Kings League, di gran lunga più popolare sui social rispetto alla GOA7 League. 

Kings League: flop o opportunità? Ecco come e dove vederla in Italia

Alla luce di tutte queste premesse, risulta abbastanza evidente che l’arrivo della competizione in Italia possa portare numerosi benefici di natura economica, derivanti dall’evento stesso e dall’indotto generato dalle attività ad esso correlate. Sarebbe un’occasione enorme, con vantaggi diretti e indiretti in vari settori: dall’incremento del turismo sportivo alle opportunità di sponsorizzazioni e marketing, passando per la creazione di posti di lavoro e lo stimolo all’innovazione. Essendo tra le prime nazioni al mondo ad ospitare un format così moderno e dinamico, possiamo aspettarci una crescita imminente e costante dell’interesse e dell’engagement del pubblico verso questo prodotto.

Naturalmente, a marcare il confine tra successo e flop sarà anche la partecipazione – in termini di visibilità – che questo torneo saprà riscuotere. Occhio allora a Twitch che, come anticipato, sarà la piattaforma madre su cui andrà in scena la competizione; per godersela al meglio basterà registrarsi o collegarsi in qualsiasi momento sul canale designato per la trasmissione. Le uniche limitazioni saranno legate alla geolocalizzazione per cui, in caso ci si trovasse all’estero durante il periodo del torneo, si potrà ugualmente accedere a Twitch tramite l’utilizzo di una VPN che permetterà di godersi lo spettacolo dovunque e senza interruzioni.

Kings League Italia, l’intervista a Nicolas Cariglia (vice-allenatore degli Stallions)

Per andare ancora più a fondo alla questione, abbiamo sentito Nicolas Cariglia – vice-allenatore degli Stallions alla Kings League World Cup – il quale ci ha fatto un attimo il ritratto dell’evento di portata mondiale e dell’esperienza vissuta, peraltro, insieme a Francesco Totti, Emiliano Viviano e Radja Nainggolan. Qui sotto la nostra intervista.

  • Quali sono state le maggiori sfide che hai affrontato nel tuo ruolo di vice-allenatore degli Stallions nella Kings League World Cup?
  • Come hai trovato l’interazione con i giocatori e le stelle come Totti, Nainggolan e Viviano. C’è qualche aneddoto particolare che puoi condividere?
  • Durante la competizione, avevate un percepito rispetto al pesante seguito in Italia? Se sì, come ve ne siete accorti?
  • Trombetta è diventato il giocatore più memato in Italia durante la competizione: come te lo spieghi?
  • In che modo la Kings League differisce dalle altre competizioni di calcio tradizionali, secondo te?
  • Quali sono le tue aspettative per la Kings League in Italia? Sarai coinvolto in qualche squadra anche in questo caso?
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